Affrontare gli orali universitari con atteggiamento spaccone alla Pedro Valti

orali

Giorno degli orali:
– “Allora, signor Barrosi, mi dia la definizione di limite”

– “La cipolla?”
– “Questo non é un villaggio turistico, la prego di rispondere in maniera seria, per rispetto di chi hai dietro”

– “Per me é la cipolla”

– “Benissimo la risposta é errata e quindi le porgo la seconda domanda. Mi parli della serie geometrica”
– “Passaparola”

– “Credo che lei non faccia ridere, signor Barrosi”

– “Faccio piangere? MI vien da piangere anche a me, guardi. Non vedo l’ora di tornare a casa e mangiare la pasta e fagioli guardi”

– “Bene, tra pochissimo sarà libero di andare a casa. E la prego comunque di stare calmo perché torno a dirle che é in un’aula universitaria

– “Mi vede agitato?”

– “No, mi sto agitando io. Quindi tra un po’ l’accompagno all’uscita”

– “Può anche farlo subito, non é un problema”

– “Ok, grazie, ciao”

– “Ciao arrivedercii”

 

 

Universitarie secchione/rotteinculo che “non ho studiato niente” e poi 30 e lode.

Appoline Rozhdestvenska by Isabelle Chapuis (Ugly Pretty - Citizen K Winter 2011) 3

“Sono troppo in paranoia, stavolta non so nulla. Ceee… e adesso?? Cosa gli dico? Che figuraccia che farò. Potevo fare molto di più caspita, uffff” – “Signorina, non so come ha fatto ad approfondire questo esame con gli altri cinque libri scritti in turco che ha confessato di aver tradotto, ma i suoi colleghi dovrebbero prendere esempio da lei. 30, con lode e targhetta in oro massetto”. Colleghe universitroie. A bruttabagassainfame persone piace questo elemento.