Oms: “Le ragazze in carne sono cancerogene”

Come sostiene un nuovo atteso rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, anche le ragazze in carne sono cancerogene. Si parla prettamente di ragazze belle in carne, peggio se rosse, comuniste e indiane, ma soprattutto gli insaccati (con leggins o calze a rete).

Il rapporto afferma che il consumo di ragazze in carne, aumenta del 18% il rischio di contrarre un rischio.
L’OMS ha comunque precisato di non saperne ancora abbastanza su diverse questioni: ad esempio, se esista una eventuale “quantità massima” di ragazze in carne da consumare per non correre rischi.
Secondo l’OMS, comunque, solamente un consumo di un minimo di 5/6 ragazze in carne all’anno – l’equivalente di dieci/tredici ragazze scheletriche, dice BBC – sarebbe peggio di pippare ventidue chili di Vim in polvere dopo essersi fumati 3 industrie siderurgiche.

Rientrerebbero nella categoria anche quelle con le “ossa grosse” e/o “pesanti”.

Uno studio rivela: “Le ragazze più in carne sono più grasse”

carne

Chicago (Dipiù): Ricercatori della University of Lardo hanno esaminato un campione di sedicimila donne “molto belle in carne” e altrettante “abbastanza meno pienotte di quelle molto belle in carne“, di diversa età, collezionando informazioni e quindi sottoponendole a una serie di test rincoglionitivi.

I risultati si sono rivelati una vera e propria rivincita per le ragazze più ingombranti.

Ebbene, quelle con vita, fianchi e ciccia più larga sono mediamente risultate “più grasse” di quelle più strette.
Lo stesso fenomeno è stato riscontrato sottoponendo le stesse donne al test dell’hula hoop.
Le ragazze “molto meno in carne delle altre” non son riuscite a tenere fermo il cerchio senza l’ausilio delle proprie mani. Cosa che invece riusciva benissimo alle “più in carne”.
E non solo.
Dopo questo studio, gli scienziati, sono arrivati ad altre conclusioni, tra le quali:

– Le ragazze più basse sono più piccole

– Le ragazze col pene sono ragazzi

– Se non mangi non caghi

– I ragazzi che bevono di più sono più sbronzi.

Studenti universitari fuori sede che, ogni volta che tornano in sede dal loro paese d’origine, caricano provviste alimentari che basterebbero a sfamare il Biafra.

sede

“Oh. Ieri ho incrociato Benito e Cosimo, i tizi d’ingegneria fuori sede che in mensa si portano su casu marzu ed il vino nero a scusa, hai presente. Praticamente stavo camminando in via Dante e li vedo passare con la scopescion vegon tornando da bidda. Forse che ho riconosciuto solo la targa, mica si vedevano loro due? C’avevano cibo pure nel cruscotto, prosciutti e formaggi appesi al posto dell’ arbremajicche, finestrini coperti da teglie e maialetti, cinghiali ed agnelli nell’imperiale. Comunque li seguo, arrivano a casa, chiamano i coinquilini e cominciano a shcaricare tutta la roba con un carruccio. Oh, ma ci credi che c’erano due ore trafficando roba da mangiare? Come minimo c’era roba per shfamare Congo, Somalia, Burkina Faso, Giampiero Galeazzi, India e Giuliano Ferrara. Minca non so come fanno a pesare 40 chili tra l’altro. Staranno fisso cagando.