Guerra ai finti ricchi: al setaccio migliaia di profili Instagram

#ciaopovery #bellalife #weefigaa #si sboccia. Sono alcuni degli hashtag utilizzati dei cosiddetti “finti ricchi ” o “instaricchi” persone molto spesso malestanti che gestendo con parsimonia i 20 euro della paghetta settimanale fingono di essere ricchi, ma non pagano le stesse tasse da ricchi.

Queste le parole di MarioAngelo Sequestrini, colonnenno della Guardia di Fidanza di Borgo San Pei, in provincia di Catanzappo:

“Shtiamo sedacciando tutti i brofili dubbi, di gende ghe shta tutto il giorno a osdendare rigghezza. Li sgoviamo abbasdanza facilmende, berghé udilizzano sempre gli sdessi hashtag.
Shcolleddano una bottiglia di sciampagne in vendi, gide organizzade in gommone, un gaffè in riva al maro, provano inderi negozi d’abbigliamenda senza gombrare niende o si fodografano gon magghine di altra cente”.

Partiranno da domani, quindi, le ispezioni a tappeto su tutte le Instagram Stories, per contrastare definitivamente fenomeni di finta frode o di ipotetica evasione fiscale.

Riprodurre inconsapevolmente i più scurrili messaggi vocali whatsapp in luoghi pubblici

riprodurre

Gruppo di amici in metro.
– “DRRRR. Messaggio. Marcolino Motosega, mi ha mandato un messaggio vocale, chi non muore si risente. – “Riprodurre please”
– Sentiamo che dice, cazzo, é vero che ho il cell fottuto e non si interrompe”:

‹‹OHH FREDDY. MA PORCAMAD***A AAHAHAH.. NON HAI CAPITO CHE IERI SERA ERO CON JENNIFER LOCHE, QUELLA CHE DICONO CHE C’HA ODORE DI MANGIATUTTO NELLO SCIOSCIO, HAI PRESENTE??? ERAVAMO IN MACCHINA, PANDINO, CAMPORELLA, SI TOGLIE TUTTO, COMPRESE LE MUTANDINE E DOVEVI SENTIRE IL CAZZO DI ODORE DI PESCHERECCIO FINDUS CHE NE E’ USCITO: CARPE PUTREFATTE DI CERNOBIL.
MINCHIADIACANE LA INFILZI. L’HO FATTA SCENDERE CON UN CALCIO E SON PARTITO SHGOMMANDO A FINESTRINI APERTI ANCHE SE C’ERA IL POLO SUD FUORI. LE SHTALATTITI NEL NASO. MI SONO PRESO UNA BRONCOPORCODIESEL CRONICA. HO DOVUTO LASCIARE LA MACCHINA A SPORTELLI APERTI PER UNA SETTIMANA, 5 ARBREMAJIK ALLA MARIUANGELA E TRE BOMBOLETTE DI AXE AFRICA E DUE DI DDT.
NIENTE.
ALLA FINE HO DOVUTO VERSARE UN BIDONCINO DI MISCELA NEL SEDILE E L’HO INCENDIATA. SONO A CICCONE, NON LE CANTANTI. BURRRP. BUONA FRADI››.

Quelli che non gettano lingua da quando Jarabe de Palo cantava “Depende”

jarabe

“Depende, da che depende”. Te lo ricordi Arrabe De Paolo? 15 Ottobre 1998, discoteca “Primi Baci”. E’ dal giorno che non getto lingua. Seratona di quelle memorabili oh Pino, Diggei Varecchina e musica degli autostronzi: Corona, Alexia e bonghetti a scoppio alla fine. L’avevamo finita cercando gettoni gazz, non capivamo manco dove eravam messi. Fine serata abbassano le luci, odore di Vudstoc, il diggei ci crava Carrade de Pablo, Depende, e il vocalist, Rogeria Mazzabrugola, dice “Ora priendetes la muchacha più visina de voi y lemonadela duros”. Mi giro e c’era questo cazzo di carrarmato tedesco della seconda guerra mondana che non gli é sembrato vero. Mi prende a trassa di pecora da tosare e mi da questa passata di lingua che sembrava una trivella cercando petrolio. Alla fine non capivo manco se ero sveglio o stavo dormendo e me la sono sfranellata davanti a tutti, un cazzo di schifo. Oh Pino, forse che ci avevi vomitato un rene e tutti i Ramazzotti che ti eri bevuto a stella da quanto non faceva a guardarci. Pezzo di scena da raccontare ai nipotini a Natale gazz.

CINEMA: Grande attesa per “IO SONO CON VOI”, il colossal di Jean Pierre Blasfèm.

cinema

New York City – Presentato negli Stati Uniti, dove in poco più di due settimane ha stracciato ogni record di incazzi, il nuovo film del regista nippo-anglo-italo-franco-barbone Jean Pierre Blasfèm “IO SONO CON VOI”, tratto dall’omonimo libro/opuscolo del catechismo, che ha cambiato la vita a diverse generazioni di bambini, catechiste e fumatori di cannabis.
Ci siamo recati a New York per fare qualche domanda al regista e farci dare qualche anticipazione sul film.

– “Ciao Jean Pierre. Come va? Tutto apostolo? Emani uno strano fetore”
– “Ciao a tutti i lettori del blog enricosecci.net . Sì sì, a parte il fatto che mi sto cagando quindi al massimo se mi viene lo stimolo ti avviso e finisco prima l’intervista, ok?”
– “Perfetto. Domani esce nelle sale cinemato-gravi di tutta italia “IO SONO CON VOI”, un film tanto atteso quì in italia, ma anche in Lettonia e nei paesi del quarto mondo. Come mai la decisione di girare un film su questo libro che tanti di noi ricordano ancora oggi, anche solo per la sua copertina?”
– “Si si. In pratica ero scazzatissimo, in casa, in paranoia che il giorno mi aveva mollato la tipa, che l’ho beccata sfranellando allegramente con un senegalese che stava vendendo scarpe taroccate in una panchina di un parco dove vado sempre a scendere il cane per cagarlo. Niente, la becco, la perdono subito, e niente: mi ha mollato lei.
Comunque.
A un certo punto mi viene questa scimmia brutta di girarmi un porro con i resti della serata del giorno prima: erba, cioccolato, zenzero, tarzanelli e funghi di carne.
Lo preparo e apro un cassetto per cercare carta per filtrini: zero biglietti di pullman e zero locandine di serate. Comincio quindi a prendere libri a caso, ma niente: tutta carta di merda, sicuro meidin Cina. Cose che se sbagli filtro poi ti rovina tutto il gusto e bestemmi qualsiasi cosa.
Ad un certo punto mi viene un flash, guardando la copertina di “IO SONO CON VOI”. Stacco un pezzo di copertina e provo la carta: BOMBA!
Comincio a fumare questo cannone e cominciano anche le visioni.
Fissando il resto della copertina, vedo il tizio tipo di carnagione pakistana che muove la bocca e racconta storie paurose a quei bambini poveri. Prendo carta e calamaro e comincio a viaggiare e a scrivere a pressione”.
– “Come mai la scelta di fare un film su gesù?”
– “Gesù? E chi é? No guà. Al catechismo non ci sono mai andato, quindi non lo sapevo di cosa parlava quella cosa. La mia storia parla di questo meccanico di nome Gianni Spadino (che è quello che sembra pakistano nella copertina), un tipo calabrese, che in pratica un giorno si ubriaca a merda, incontra questi bambini che escono dal catechismo in una piazzetta e comincia a raccontare la sua vita.
Il film ripercorre con un flash-becco tutta la sua esistenza, da quando fotteva la pensione alle vecchiette, al periodo in comunità per tossico-dipendenza da eroina, alla sua esperienza da magnaccia e quando, finalmente, si é pentito di tutto ed ha cominciato a vendere ketamina fuori dalle scuole medie e a contagiare malattie alla gente”.
– “Non crede che, essendo un film un tantino diseducativo, la chiesa possa opporsi e scomunicarla a vita?”
– “Ah boh, mi sto cagando, lasciami andare”.